giovedì 2 ottobre 2008

Orario di ricevimento...


Due rampe di scale e una seggiola nera su cui aspettare.
Nel corridoio echeggia solo la voce decisa e piena del professore, che fa lezione ai nuovi studenti.
Tra le Converse e il pavimento di un marrone confuso da varie sfumature, il mio occhio coglie qualcosa che si muove. Zoom, messa a fuoco e particolare: è un’ape in agonia. O almeno credo che lo sia, visto che non riesce a volare ma ad ali tese zampetta sul pavimento. Viene nella mia direzione. Ho paura delle api, ho sempre creduto che una puntura e mi sarei ritrovata al pronto soccorso a causa di uno shock anafilattico. Un’altra delle mie immotivate fobie. Eppure mio padre mi ha insegnato a non temerle, o almeno ha cercato di farmelo capire. Loro pungono solo per difendersi-mi diceva. Strana teoria questa, comune non solo alle api.
Pochi cm dalle mie scarpe. L’idea di schiacciarla mi disgusta, non sopporterei nemmeno il “crac” che sentirei sotto i miei passi. Un calcio e l’allontano. Ma lei persevera e si riavvicina. Ancora un calcio e di nuovo, si riavvicina. La stessa traiettoria. Mi vuole pungere? Ma no, sta morendo. E poi che senso avrebbe un suicidio? O forse avrebbe senso proprio per accelerare l’ineluttabile destino? Chissà se le api lo sanno che liberarsi dal pungiglione significa la fine della loro esistenza.
Solo l’ape regina punge e si sente in diritto di non morire.
Ti lascia mangiare il suo miele, ma quando le pare sferra l’attacco.
In fondo si sa, ai sovrani è tutto concesso.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come ti dicevo, ci sono cose che malgrado tutto succedono

mikado ha detto...

Sei tremendamente cinico bobobo...

Anonimo ha detto...

osservazione dei particolari, partire da lì e accorgersi di come siano loro a raccontarti la vita tua e degli altri. di come descrivano bene tutto quello che siamo e tutto quello che ci accade. alla ricerca di quella cosa strana, non sono mai riuscito a dalre un nome che non fosse poesia, che si annida meravigliosa in tutto quello che ci circonda.

Anonimo ha detto...

Cinico? Alcune cose sono indipendenti dal nostro volere, possiamo solo cercare di colorirle nel modo giusto.
Una carta da parati, dei cuscini vivaci :)

Gianna ha detto...

Non è più tanto "mia", mi spiace... Io adesso ho preso altre strade, anche in Italia. Non c'è più posto per me a Siena. Anche se è nel mio cuore.

I tasselli che compongono un puzzle non importa che siano belli o brutti, armoniosi o deformi. Sono tutti essenziali perché l'immagine finale prenda vita.

Siena è un tassello. Molto multicolore e variegato. E ce ne sono molti altri, geografici, storici, reali e fittizi, belli e brutti.
Ognuno di essi è una piuma delle mie ali.