domenica 31 agosto 2008

Temptations


Ho le papille gustative indemoniate oggi. Pigolano nel cervello nella speranza che ubbidisca ai loro dictat: “ apri il freezer, apri il freezer, apri il freezer”.
Ma la mia santissima, veneratissima e nobilissima forza di volontà lascia che il mio tondeggiante posteriore resti incollato alla sedia e cerca di distrarmi dagli infami richiami muovendomi le ditina sulla tastiera del pc.
Prova di resistenza faticosissima, un tete a tete con la siderale vaschetta di gelato alla panna, estenuante almeno quanto la corsetta di ieri sera, che è stata di mezz’ora solamente nelle intenzioni. La verità è che dopo un quarto d’ora di pachidermico incedere, le caviglie gonfie e la necessità di una respirazione bocca a bocca mi hanno costretta ad un gaudente retro-front che sarebbe stato compensato da una cenetta nell’osteria vicino casa.
Abbuffata sacrosanta a base di antipasti, secondo, contorno e mascarponatissimo tiramisù, tutto sotto la regia di un Bacco che ieri sera ha decisamente onorato i suoi commensali. A nulla sono servite la passeggiata digestiva e la biochetasi (la mia amica mi ha proibito il bicarbonato perché mi mangia lo stomaco-dice), quasi mi ci è voluto il carro attrezzi per tornare a casa e approdare sul letto.
A prima mattina, a stomaco vuoto, ho visitato la bilancia…la perfida ha segnato + 3…
…Quasi quasi lo finisco quel gelato così lo tolgo di mezzo.
“Riesco a resistere a tutto fuorchè alle tentazioni” (O.W.)

martedì 19 agosto 2008

Chiuso per ferie...


Una parentesi di silenzio lunga quasi un mese…e quante cose siano successe in questo ( relativamente breve) lasso di tempo non si possono immaginare…Ma ora non mi va di raccontare. Ovviamente nulla di catastrofico, visto che la piattezza e l’ovvietà di questo periodo della mia vita non concedono neanche qualche tsunami emotivo...l’apatia, la noia e l’insoddisfazione regnano sovrane, e l’attesa di qualche sfolgorante novità ribolle da qualche parte di me e, chetamente, aspetta di travolgere tutti i miei sensi…Non mi resta che aspettare e pazientare e non pensare. Tutte cose che mi riescono benissimo quando mi trovo nel mio adorato paesino, un angolino bruciato dal solleone e dalla routine, dove il massimo spasso consiste nel percorrere il modestissimo corso divorando granite al caffè ( fortunatamente con panna) e analizzando l’abbigliamento radical-chic dell’èlite paesana…o almeno, questo è ciò con cui certa gente qui ama intrattenersi. Molto meglio rifugiarsi all’ombra di una quercia a divorare more, o ancora di più, fuggire 25 km più a nord-est, verso quel meraviglioso scorcio di costa adriatica, e tuffarsi in uno specchio d’acqua verde smeraldo, nascosta da una natura selvaggia ma ospitale. La salsedine sulla pelle, il vento di scirocco, gli scogli ora piatti su cui potersi stendere, ora irti e appuntiti che abbracciano e proteggono un mare incontaminato, che in certi giorni non ha nulla da invidiare a quello di Laguna blu. E poi, la frutta di stagione e le chiacchiere con le tue amiche e le confidenze arretrate di un anno trascorso a distanza. E a forza di albe e tramonti passate alla stessa identica maniera, passano i giorni e arriva il momento di riaprire la valigia e accumulare sulla panca la roba da portare via. Ancora una settimana di rilassata noia…dopodiché si ricomincia...A bientot.