P. Neruda
giovedì 24 luglio 2008
P. Neruda
mercoledì 23 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
venerdì 11 luglio 2008
"Più dei tramonti , più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.Che uno dice: è finita.No, non è mai finita per una donna.Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.E sei tu che lo fai durare.Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".E il cielo si abbassa di un altro palmo.Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.Ed è stata crisi, e hai pianto.Dio quanto piangete!Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore."Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzleinestricabile.Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.Parte piano, bisogna insistere.Ma quando va, va in corsa.E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi.Ma soprattutto per noi stesse".Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.Per chi la incontra e per se stessa.È la primavera a novembre.Quando meno te l'aspetti..."
Da "Donne in rinascita" di Jack Folla
lunedì 7 luglio 2008
Senza titoli
E’ tutta la vita che i ricordi mi perseguitano, mi ci aggrappo e non riesco a scrollarmeli di dosso. Mi rendono indolente e sorda a tutti i possibili stimoli esterni che potrebbero allontanarmi dalla fossa in cui ho deciso di piantarmi.
Mi ci voleva una serata come quella di ieri per comprendere che il vicolo in cui fino ad ora ho brancicato è cieco, come cieca è stata la mia perseveranza che, recidiva, ha voluto insistere su qualcosa che mi aveva abbandonata molto tempo prima.
Eppure mi è bastata un’ora notturna, in compagnia di gente incontrata per caso, per rendermi conto che tutto quello che è stato non mi deve più appartenere. Le ultime parole biascicate con la sabbia tra le dita, l’ultimo sospiro, il cuore strizzato come una spugna privata dell’ultima goccia d’acqua… e via. Tutto scivola via, risucchiato dalle onde di un mare che sul fare della sera s’increspa, e la risacca porta con sé gli ultimi cocci di un’esperienza ormai conclusa.
Ho voglia di me, di ritrovarmi, o forse di rinascere. Ho bisogno di sentirmi diversa, non più in bilico tra la felicità e la paura di perderla, tra l’entusiasmo per un’occasione e la sensazione di non essere capace di affrontarla. Ancora una volta sono nuda di fronte a me stessa, la mia peggior nemica. Ma questa volta lo specchio per guardami dentro lo prendo io, non sarò l’immagine riflessa di qualcun’ altro.
Sono pronta a vivermi da sola la mia catarsi. Ho le labbra serrate ora, ma sono convinta che presto torneranno a sorridere. Non ho nulla da perdere ormai, se non il timore di credere in me stessa. Comincia il countdown.
mercoledì 2 luglio 2008
martedì 1 luglio 2008
Ad una persona speciale...
Purtroppo diventare “grandi” comporta delle sofferenze, ma il detto eracliteo non mente mai…”tutto scorre”. L’importante è cercare di sfruttare opportunamente la corrente.
E per quanto riguarda il tuo cuore desertificato, sono sicura che tornerà ad essere fertile. Credo che sia un terreno talmente raro che trovare il concime giusto non è cosa facile. Sei meravigliosa, e purtroppo chi fa parte di una certa minoranza è destinato a patire. Ora pensa a salvarti, colui che riuscirà a starti accanto prima o poi si farà trovare.
Queste sono solo parole, ma aldilà di un certo grado di retorica, sai bene che ti basta pensarmi ed io tenderò l’orecchio…