martedì 28 aprile 2009

Punto interrogativo

Tornare nei posti che ho abitato mi fa sempre uno strano effetto. La malinconia straripa e la sensazione di fare un salto nel passato sembra reale. Ci sono viuzze di cui conosco ogni angolo, ogni singola scritta sui muri, i numeri civici di tutti i portoni. Riconosco gli odori, la freschezza dell'aria che s'incanala nelle narici e scende giù, fino ai polmoni. Ultimamente mi viene difficile respirare così profondamente. L'apnea si alterna all'aritmia cardiaca. Sarà che corro troppo. Verso dove, però, ancora non lo so. Mi sento come se mi avessero risucchiato fuori dal mio vaso di vetro, quello in cui mi sono rannicchiata negli ultimi tre anni. Quello da cui vedevo il mondo fuori, fatto di desideri e progetti, di un'immagine di me forte e sicura. Ora che sono in piedi, sulle mie gambe, catapultata in un mondo crudamente reale, mi rendo conto che l'idea di me auspicata e ardentemente voluta, viene meno. Mi sembra di andare in bocca al mio destino munita di una spada di carta, e mi difendo con uno scudo di porcellana. Quanti colpi riuscirò a schivare prima che si rompa in mille pezzi?
Professione: stagista. Sogno nel cassetto: diventare una giornalista.
Il problema è che qualcuno ha deciso di chiuderlo a chiave quel cassetto e pare sia intenzionato a non aprirlo mai più. Perchè "Ciccia, sono tempi durissimi. La carta stampata è destinata a morire ed è un peccato che ragazze come te restino appese a delle illusioni. La soluzione più facile è ficcarsi nei letti di chi decide o ricevere una spinta forte dall'alto. Cercati dei collaterali". Il mio capo ha il dono della chiarezza. Solo un concetto mi sfugge: collaterale. Sono giorni che ci penso ma non trovo una risposta soddisfacente. Per ora, secondo loro, un buon collaterale potrebbe essere lasciarmi schiavizzare e spolpare viva in nome di una passione e di un'alternativa che non c'è. E quel che è peggio è che certe esperienze non fanno altro che rafforzare in te la consapevolezza che se non fai quel lavoro, non sai che pesci pigliare. Lo so, no ho il dono della versatilità.
L'altra sera, in pizzeria con gli amici di sempre, assieme alla pizza mi viene servita una notizia sconvolgente. Così, a bruciapelo. "Mi sa che mio fratello si sposa a breve". Il fratello in questione è il mio ex ragazzo. L'unico uomo che ho contemplato di notte, anzichè ronfare, e con cui qualche volta mi ha sfiorato (ma soltanto sfiorato) l'idea di una famiglia. Incasso il colpo e come reazione infierisco violentemente sul trancio di pizza appena tagliato. Non mi importa più di lui, ne sono sicura. Quello che mi chiedo è come si faccia a cambiare vita e a capirci che piega possa prendere in meno di un anno. Io a mala pena sono riuscita a cambiare città. Ho solo rotto il vaso di vetro, ora devo impegnarmi a recuperare i cocci e a farne delle piccole finestre. Chi ci metterò dentro la mia nuova casa resta un mistero. Per ora spero solo abbia un tetto e quattro mura.

giovedì 16 aprile 2009

Go on

Dopo quasi 2 mesi di silenzio rieccomi. 
Vorrei poter dire che è la primavera a suscitare il desiderio di scrittura, ma stasera i tuoni rimbombano contro le imposte e lo scroscio della pioggia è l'unica nota, monocorde e prolungata, che accompagna le mie parole.
Non sono triste, sono solo un pò assente. Preferisco perdermi tra i brevi periodi dei miei articoli e tra i corridoi dell'Esselunga. Oggi cercavo il sapone per i piatti e mi son ritrovata nello scompartimento dei surgelati. E vabbè, se i bastoncini findus mi cercano, io li metto nel cestello. Se poi ne ho il freezer pieno non è un problema. Se resto in redazione fino alle otto e arrivo a casa tre quarti d'ora dopo e ceno un'ora più tardi e mi rimetto a lavorare sino a mezzanotte, è meglio così. La notte arriva prima e poco dopo è già giorno. Ma poi arriva il week-end, e allora alla noia non c'è scampo. Pulizie domestiche con lo stereo a tutto volume. Rigorosamente pfm, de andrè e bob marley. Il nesso? non c'è. 
Corsetta distensiva respirando un pò di sano smog e ritorno a casa, tra letture e lavoretti "extra"  per il mio capo. 
E ritorna il lunedì.
E non mi importa nulla, non ho nemmeno il tempo di capire se mi va bene questa vita. 
Il mio pensiero è altrove, ora.
Ho appena scritto un post tedioso, lo so.