mercoledì 4 giugno 2008

Thanks giving post

Eccomi qui, dopo qualche giorno di silenzio, provo a gettare giù qualche verso. Primo perchè c’è stato qualcuno che mi ha rimproverato di trascurare il mio blog, secondo perché scrivere per me è una via di fuga, un modo per sfogare tutte le ansie e le inquietudini, ahimè, peculiarità irreparabili del mio carattere. E questo è uno di quei periodi in cui Mikado è irrimediabilmente altalenante, preda fin troppo facile dei suoi stessi umori, al limite della schizofrenia. E quello che la fa sentire più impotente è che in questo turbinio di emozioni incontrollate risucchia anche chi non dovrebbe entrarci, chi con lei non dovrebbe spartire nulla, non in questo momento almeno.
Vorrei poter scrivere qualcosa di più divertente, di più leggero, e non le solite litanie che da un mese a questa parte affliggono le orecchie di chi, volente o nolente, è sempre pronto ad ascoltarmi. E state tranquilli, perché tanto vi risparmierò questa sofferenza.
Questo post non parlerà di me, ma lo dedico a chi, da sempre o da poco, mi è vicino. A chi ho sempre amato e a chi spero di poter amare.
A chi posso chiamare in qualsiasi momento, del giorno e della notte, perché tanto so che risponderà; a chi è sempre pronto a mettere da parte se stesso (e anche l’esamone di medicina interna), perché di me non vuole perdersi proprio nulla, soprattutto un pianto devastante di venerdì sera; a chi riesce sempre a farmi ridere e commuovere contemporaneamente, perché tutto quello che dice di me è talmente vero (tranne i nomignoli), che la migliore risposta alle sue dolcissime imputazioni sono un sorriso o un paio di occhi lucidi; a quel filo diretto Bari- Roma- Siena, che nonostante gli anni passino, non si è mai spezzato ed ho la sicurezza che mai succederà.
A chi, una sera, complice Bacco, si è fidato di me e da quel momento allieta le mie serate a suon di aperitivi e passeggiatine lungo il corso (che ne dici di cambiare il disco????).
A chi, è sempre pronto a mettere tavola e a sorbirsi le mie insoddisfazioni, nonostante un’estenuante giornata di lavoro (a Lourdes devi andarci comunque).
A chi, nonostante le incomprensioni e le mancanze, è sempre lì, in quel di Sperandie ad aspettarmi per cena.
A chi, a prima mattina, con gli occhi ancora socchiusi e le fette biscottate inzuppate nel latte, si sforza di seguire il resoconto della mia serata precedente.
A chi riesce sempre a farmi sentire la benvenuta (o dovrei dire la bentornata???) non appena varco la porta di Fontebranda.
A chi riesce a non farmi sentire sola, perché ho una fottuta paura di tutto quello che verrà, e non ho vergogna ad ammetterlo. Grazie di cuore.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non staccherò mai il cordone ombelicale che ci lega, in an questo periodo mi ci sono avvinghiata stretta,ho tanto bisogno di te...ti voglio bene

Anonimo ha detto...

Beh,se tutte queste persone sono sempre presenti e pronte a starti vicino,vuol dire che hai qualcosa di speciale che le tiene legate a te,noo? E questo "Qualcosa" deve essere anche piuttosto evidente se me ne sono accorta anche io che ti conosco da così poco tempo.
A questo punto colgo l'occasione per ringraziare Bacco,perchè quella famosa sera mi ha spinto a fidarmi di te,facendomi scoprire la bella persona che sei.
...E così da quel momento ci "confessiamo",affliggiamo e consoliamo a vicenda..Aléééé!!...Come si suol dire.."Mal comune,mezzo gaudio"!!
Comunque hai ragione,da oggi si cambia disco..Davvero!!...O almeno ci si prova...Vabbè dai,almeno cambiamo il posto dell'aperitivo ti prego!!! ;)
Un bacio
Ruzzola

Anonimo ha detto...

BEH..che dire..il minimo è poterti ascoltare, la sfida è cercare di essere per te un rifugio, quando gli altri sono momentaneamente lontani...spero, nel mio piccolo che in questi tre anni tra pianti, scleri, balletti,bruciori di stomaco, attacchi di panico, svenimenti, supposte, polvere e insetti, voglie di dolci, risate isteriche,centovetrine e tanta voglia di farcela, io ci sia riuscita, anche solo per un istante..