martedì 2 dicembre 2008

Ciao...

Ecco. Sono tornate, le mie paturnie.
Entrate pure, vi preparo un caffè, così stanotte mi tenete compagnia nel viaggio.
Vi avverto che potreste sentire freddo, perché ho il posto sul lato finestrino e si sa che il vetro è gelido. Il mio cuscino è in valigia. Dove volete che sia. In fondo, quale posto migliore per una “senzatetto”?

C’era una nube di fumo opaca, ovviamente non di tabacco.
Tre erano buttati su un divano. Lo sguardo ipnotizzato dalla tv. O almeno questo è quello che ho creduto per un po’ di tempo.
Uno strimpellava una chitarra e cantava.
E’ stonato- pensai.
Il suo amico di fianco sorrideva. E basta.
E poi ne arrivò un altro. Capii che era campano dalle tre sillabe che pronunciò tra un morso ed un altro ad un trancio di capricciosa.
Non ci metto più piede qui- mi dissi.
Ho sempre avuto il difetto dell’incoerenza.
Per fortuna.

Mi ci son voluti una valigia, un borsone, due pacchi postali e un bagaglio a mano per sigillare tre anni.
Mi son fatta bastare un paio di occhi lucidi, qualche abbraccio fugace e una compressa di maloox per riassorbire il magone.
Siena ha già le lucine colorate, sfuocate dalla commozione e dalla tramontana.
Il negozietto di bomboniere ha già allestito la sua vetrina. Quelle coccarde rosse mi fanno impazzire. Perché il Natale è sempre un po’retrò.

Ho svuotato l’armadio, i cassetti, l’attaccapanni.
Ho messo via la tazza della colazione.
Ora a tavola saranno solo in due.

Squilla il telefono.
“Anna, ho chiesto se ci possono mettere il divanoletto”.
“Hai fatto bene. Mettiamocelo il divanoletto”.
Mettiamoci tutto quello che serve.
Anche un’altra parte di me.
Ancora.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

In bocca al lupo capocciona

Anonimo ha detto...

Spesso quando ti leggo mi faccio un tuffo nel passato...
Queste sensazaioni sono storia per me, e come il Natale, anch'esse sono un po' retrò...
Tu lo sai che sono quattro anni che ho smesso di essere una senzatetto, senzafissadimora, apolide.. Da quando sono tornata, come polvere alla polvere...
Eppure dentro resta una discrasìa forte, sempre, ancora, tra la spinta al cambiamento radicale chiamata a gran voce dalla mia mezzanatura nomade, e il bisogno di punti di riferimento a cui ancorarsi fortemente, un porto sicuro...
Riusciremo mai a trovare un punto, IL punto, centrale della nostra vita, quello in cui fermarsi, partire e ritornare, senza questi piccoli traumi?
Eh? Io e te ci riusciremo mai?

Anonimo ha detto...

Sai, hai perfettamente ragione.. Siamo nate incasinate e così resteremo!!!
:)
tra poco viene la genitrice a casa, così potrà sparlare sul mio disordine e i vetri sporchi, e farmi la predica sui doveri della buon padrona di casa.. 'sticazzi! :D

Anonimo ha detto...

stasera non affrontiamo questo discorso (dell'equilibrio) con la massima serenità, veh?
mannaggia... vie' che ti abbraccio!

Anonimo ha detto...

certo che li adori, tu ne hai in misura tre volte spueriore, per te i miei deliri sono roba soft!
Attendiamo sulla riva del fiume oggi... ;)

Anonimo ha detto...

Un posto dove sentirsi sicure secondo me esiste, è il nostro cuore.
Laddove facciamo in modo che il cuore trovi radici lì abbiamo trovato casa... un divano caldo su cui sprofondare, una cucina in cui scottarsi le dita, odore di bucato bagnato appena steso, rumori...mille rumori di sottofondo eppure una tale queite da sentirsi nel posto migliore del mondo...
Stai serena Anna, arriverà un momento in cui saprai dove hai lasciato casa e vorrai restarci per sempre!
T.

Anonimo ha detto...

ma sei già nella nuova..vita??
zozzona comunque!!! sempre la solita!
beeeeeella lei!!!

Anonimo ha detto...

dai che presto conto di venire a trovarti... ;)